Una storia agghiacciante ha avuto come protagonista Kristie Haas, 31 anni, la quale è stata riconosciuta colpevole di aver torturato e ucciso sua figlia di tre anni, Emma Grace Cole. Dopo aver commesso l’orrendo crimine, la donna ha bruciato il corpo della piccola, disperdendo le sue ceneri in un campo.
Le indagini
Kristie, davanti alla corte, ha espresso il suo rimorso: «Mi dispiace per tutto il male che ho inflitto e il dolore che ho causato». I resti carbonizzati di Emma sono stati scoperti in un campo da softball a Smirne, USA, nel settembre 2019 da un dog sitter. Questo macabro ritrovamento ha dato il via alle indagini che hanno rapidamente portato alla madre. Emergono dettagli sconvolgenti: la famiglia di Haas viveva vicino al luogo del ritrovamento e con lei vi erano anche gli altri figli, che erano stati lasciati senza cibo per giorni.
La dinamica
Per depistare i sospetti sulla scomparsa di Emma, Kristie aveva riferito ai parenti che la bambina era stata internata in una struttura per bambini affetti da malattie mentali. Dopo aver compreso la gravità delle sue azioni e la morte della figlia, la madre ha scelto di bruciare il corpo nel tentativo di cancellare le tracce del suo crimine. Kristie ha spesso descritto Emma come una bambina “difficile” e “cattiva”, sebbene i parenti la ricordino come una creatura adorabile.
È emerso che Haas era una consumatrice abituale di droghe. Pur ammettendo di aver trascurato i propri figli, ha cercato di giustificare il suo comportamento affermando di non essere in sé durante quei momenti. A seguito dell’inchiesta, le è stata revocata la custodia degli altri bambini, che vivevano in condizioni igieniche precarie e non erano mai stati sottoposti a controlli medici.