sabato - 5 Aprile - 2025

Tessera sanitaria a pagamento dal 2025 per alcuni cittadini: arriva una nuova mazzata

Le nuove normative sanitarie che entreranno in vigore dal 2025 introducono regole molto diverse rispetto al passato. In particolare, saranno gli stranieri senza permesso di soggiorno o con permessi temporanei, ma anche alcune categorie di lavoratori autonomi, a dover affrontare le conseguenze più immediate e concrete.

Chi non ha una copertura sanitaria garantita dallo Stato, per esempio, sarà costretto a scegliere tra due opzioni: sottoscrivere una polizza privata oppure iscriversi volontariamente al Servizio Sanitario Nazionale, versando un contributo.

Questi contributi annuali non sono affatto simbolici. Si parla di circa 1.000 euro per il rinnovo della tessera sanitaria, ma in alcuni casi la cifra può salire fino a 2.000 euro per gli autonomi e gli stranieri fuori dal circuito regolare. Anche le categorie più giovani, come gli studenti stranieri, dovranno affrontare un esborso non trascurabile, pari a circa 700 euro. Le persone alla pari, che spesso vivono con famiglie italiane per esperienze di scambio culturale, dovranno invece pagare 1.200 euro.

Questa nuova impostazione porta con sé un cambio di prospettiva preoccupante. La tessera sanitaria, da documento di diritto, rischia di diventare un abbonamento sanitario da pagare ogni anno.

Il problema non è solo economico, ma anche ideologico. La salute non dovrebbe mai diventare un bene da acquistare, eppure con queste misure si va proprio in quella direzione. Chi non può permettersi la spesa rischia di rinunciare alle cure, con conseguenze gravissime per la salute pubblica.

L’altro grande rischio è la disinformazione. Molti non sono a conoscenza di queste nuove regole e potrebbero trovarsi impreparati. È fondamentale che venga avviata una campagna informativa trasparente, perché la mancanza di consapevolezza potrebbe impedire a migliaia di persone di accedere a cure salvavita. In una società già divisa da barriere economiche e sociali, la sanità dovrebbe restare un ponte di inclusione, non un ulteriore ostacolo.

Il dibattito resta aperto, e sempre più cittadini, medici e associazioni stanno chiedendo al governo di rivedere questa impostazione. L’obiettivo deve essere quello di tutelare il diritto alla salute per tutti, senza distinzione di origine, reddito o situazione giuridica. La vera sfida del 2025 non sarà solo garantire il funzionamento del sistema sanitario, ma difendere la sua natura pubblica e universale.

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