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La giornata di martedì 6 giugno ha segnato un momento cruciale nelle indagini sull’omicidio di Giulia Tramontano, una donna incinta nel settimo mese di gravidanza. Gli investigatori, con l’assistenza dei vigili del fuoco, hanno recuperato i documenti di Giulia che Alessandro Impagnatiello, il fidanzato e reo confesso, aveva gettato in un tombino presso la stazione della metropolitana Comasina a Milano. L’arma utilizzata per l’omicidio è stata ritrovata, mentre il cellulare di Giulia rimane ancora da trovare.
Recuperati la patente, la carta di credito e il bancomat di Giulia
I documenti rinvenuti nel tombino includono la patente di guida, il bancomat e la carta di credito di Giulia Tramontano. Le indagini continuano anche a Senago, nella casa dove è avvenuto l’omicidio.
Le indicazioni di Impagnatiello fondamentali: alla ricerca del cellulare
Alessandro Impagnatiello, ora in detenzione per l’omicidio di Giulia, ha rivelato agli investigatori di aver gettato i documenti e il cellulare di Giulia nello stesso tombino, mentre il passaporto sarebbe stato bruciato la notte dell’omicidio. Queste informazioni sono state riportate da ANSA, citando il verbale dell’interrogatorio. Le ricerche del cellulare della vittima continuano con la collaborazione dei vigili del fuoco di Milano.
L’arma dell’omicidio individuata
Giovanni Cacciapuoti
, l’avvocato della famiglia Tramontano, ha rivelato che l’arma del delitto è stata individuata e verrà analizzata per ottenere ulteriori informazioni. L’arma, un coltello, sarebbe stata utilizzata da Impagnatiello per uccidere Giulia, e secondo quanto riferito, avrebbe cercato informazioni online su come compiere l’omicidio. Dopo il crimine, il killer avrebbe pulito il coltello e lo avrebbe riposto in un porta coltelli sopra il frigorifero della cucina.
Nel frattempo, Sebastiano Sartori, precedentemente avvocato di Alessandro Impagnatiello, ha rinunciato al suo incarico di difesa dell’accusato dell’omicidio di Giulia Tramontano.