Stupro a Palermo:
Un minorenne, precedentemente rilasciato e collocato in una comunità, è nuovamente dietro le sbarre, a causa dell’aggravamento della misura cautelare. Questo cambiamento di posizione giuridica è stato determinato dalla scoperta di nuovi elementi che hanno compromesso ulteriormente la sua posizione nel caso.
Il ragazzo, dopo la sua confessione riguardante lo stupro di una 19enne, era stato inizialmente ritenuto da parte del magistrato come qualcuno che aveva compiuto una “rivisitazione critica” del suo comportamento, e di conseguenza era stato affidato a una comunità. Tuttavia, le indagini successive hanno portato alla luce che aveva condiviso diversi video su TikTok. In questi video, il minorenne si vantava dei messaggi ricevuti da diverse fan, una chiara violazione delle prescrizioni imposte dal giudice.
Il contenuto delle chat rivelate è particolarmente sconvolgente. Il minorenne descrive, con dettagli crudi e agghiaccianti, la notte dello stupro. Ha affermato: “Lei si è sentita male ed è svenuta più di una volta, troppi cianchi (troppe risate) cumpà. Troppo forte”. Inoltre, ha menzionato che lui e altri sei erano coinvolti nell’aggressione, dicendo: “Manco a canuscievo (non la conoscevo), siamo stati con lei in sette”.
Dopo essere stato rilasciato in comunità, ha continuato a postare su TikTok, con frasi provocatorie come “Chi si mette contro di me si mette contro la morte” e altre che suggeriscono una totale mancanza di rimorso o consapevolezza delle sue azioni. Ha persino utilizzato una canzone intitolata “Nun se toccano e femmine” come colonna sonora e ha mostrato un’immagine che rappresenta gli attori del film “Quei bravi ragazzi”.
Il gip Antonina Pardo, nel suo provvedimento, ha sottolineato che questi nuovi dettagli rivelano chiaramente la personalità del giovane. Lontano dal mostrare qualsiasi segno di rimorso per il gravissimo reato commesso, ha invece scelto di vantarsi delle sue azioni criminali e ha mostrato una chiara adesione ai modelli comportamentali criminali, anche dopo aver ottenuto una condizione di maggiore libertà nella comunità.
Infine, c’è un ulteriore sviluppo per gli altri sei giovani coinvolti nella violenza di gruppo. È stato deciso il loro trasferimento da Palermo ad altre strutture carcerarie in Sicilia, in particolare a Castelvetrano e Termini Imerese. Questo trasferimento, come sottolineato da Gioacchino Veneziano, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria della Sicilia, è essenziale per mantenere la sicurezza data la carenza di personale nelle carceri.