sabato - 23 Novembre - 2024

Stupro di Palermo, la lettera del padre: “Ora sei sola”

«Cara ragazza, anonima, di Palermo, sono il padre della vittima del noto ‘stupro di Capodanno’ di Roma, e scrivo per appoggiarti. Devi reagire contro chi, sui social, ha farneticato che a ‘una come tè è ‘normale’ che capiti. Ma ti scrivo anche per avvertirti: sei sola, perché gli altri non comprendono». Lo scrive in una lettera, riportata da ‘la Repubblica, il padre della ragazza vittima dello stupro di Capodanno a Roma alla 19enne violentata dal branco a inizio luglio a Palermo.

«Vittima di uno stupro di gruppo? La gente non capisce. Prendo quindi la penna, sei tu che mi hai dato il coraggio. Scrivo per spiegare anche per te a tutti — a ognuno di noi se pensa ‘ma in fondo se l’è voluta’ — il calvario di un essere spezzato nella sua dignità – sottolinea – I legali sconsigliano questa testimonianza inutile al processo, ma non abbiamo scelto di denunciare per dei vantaggi, magari economici, che non ci saranno se gli imputati non sono attori di Hollywood.

Il prezzo da pagare a esporsi in un processo per stupro è enormemente superiore a ogni possibile vantaggio personale: si fa per le figlie e i figli di tutti gli altri, in un mondo che consiglia il silenzio perché è una macchia essere vittime».

«Mia figlia aveva 16 anni quando è stata drogata e stuprata da almeno cinque individui. È inequivocabile, il referto ospedaliero certifica gravi lesioni. Ma per noi, come temo sarà anche per te, l’evidenza non basta: il gioco processuale sarà a dimostrare che tu, come lei, volevate esattamente quello che vi è successo», osserva. «Uno stupro – continua il papà della ragazza – è un puzzle di tradimenti, e dobbiamo raccontare a tutti cosa significano nel quotidiano: il tradimento di chi ti usa come un oggetto e poi il tradimento di chi vede in te, vittima che ha deciso esporsi per tutti, una scocciatura di cui sbarazzarsi così come eri solo un contenitore usa e getta di sperma».

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