La tragedia avvenuta a Nuoro, in cui Roberto Gleboni ha sparato e ucciso i propri familiari, solleva molte domande: perché un uomo considerato da tutti “tranquillissimo” ha compiuto un gesto così estremo? Gli inquirenti hanno ritrovato la pistola usata da Gleboni, una calibro 7,65 che l’uomo deteneva legalmente, in quanto appassionato di armi e in possesso di regolare porto d’armi.
Al momento, si parla di possibili dissidi familiari come causa del pluriomicidio, ma non risultano denunce o segnalazioni di violenza domestica. Le forze dell’ordine stanno lavorando per individuare il movente che ha portato alla strage familiare.
Roberto Gleboni, perché ha sparato?
Tutti coloro che lo conoscevano lo descrivono come una “brava persona”. Roberto Gleboni, operaio dell’agenzia regionale Forestas e attivo nel sindacato Cisl, è sempre stato visto come un uomo tranquillo e amante degli animali. Nulla lasciava presagire che potesse arrivare a compiere un gesto così estremo. Eppure, oggi ha utilizzato la sua pistola per sterminare la sua famiglia, causando quattro morti e tre feriti gravi, inclusa la sua stessa morte.
Colleghi della Cisl: “Roberto leale e sorridente, impossibile capire cos’è successo”
«Lo conoscevo da trent’anni, Roberto era una persona leale, sincera, amica e sempre sorridente»
, afferma Bruno Olivieri, coordinatore regionale Fp-Cisl Forestas per la Sardegna. Olivieri è sconvolto dal pluriomicidio-suicidio e ricorda Gleboni come un sindacalista attivo e sempre presente, che lavorava duramente per difendere i diritti dei lavoratori, non solo nel suo settore.
«Era molto sensibile ai problemi dei lavoratori», aggiunge Olivieri, sottolineando che, pur conoscendolo da anni, non aveva mai saputo del suo interesse per le armi. Questo dettaglio rende ancora più difficile comprendere cosa abbia scatenato una tale tragedia.
La pistola a casa della madre
La pistola utilizzata da Gleboni si trovava a casa della madre anziana, dove l’uomo si è recato dopo aver sparato alla moglie, ai tre figli e a un vicino di casa. Qui ha ucciso anche la madre, prima di togliersi la vita. La moglie e la figlia maggiore sono morte sul colpo, mentre uno dei figli è stato dichiarato in morte cerebrale in ospedale. Gli altri feriti, tra cui l’anziana madre, un altro figlio e il vicino di casa, sono ricoverati in gravi condizioni all’ospedale San Francesco di Nuoro. In particolare, il vicino è in fin di vita e i medici stanno facendo il possibile per salvarlo.
Figlia uccisa aveva dedicato la laurea al padre
La tragedia assume contorni ancora più drammatici quando si scopre che la figlia maggiore, Martina Gleboni, aveva dedicato la sua laurea al padre. «A mia madre, che ci ha creduto prima che ci credessi io. A mio padre, l’amore più grande della mia vita», aveva scritto Martina nella dedica per la sua laurea, due anni prima della tragedia. Questa frase era accompagnata da una foto postata sul suo profilo Facebook. In un altro post, risalente a qualche anno fa, Martina e la madre, Giusi Massetti, erano ritratte insieme con la scritta “No alla violenza sulle donne” di Actionaid.
Questa strage ha lasciato tutti senza parole, sollevando interrogativi su cosa possa aver spinto un uomo descritto come tranquillo e affettuoso a commettere un atto tanto crudele.