Il direttore di un ufficio postale in periferia di Taranto, Puglia, è stato messo agli arresti domiciliari per aver piazzato una telecamera nascosta nel bagno femminile e aver scaricato e trasferito senza permesso immagini e video intimi sul suo computer.
Questo caso vergognoso, emerso nel marzo del 2022 e riportato sul quotidiano locale Gazzetta del Mezzogiorno, ha portato all’arresto a causa del rischio significativo di reiterazione del reato.
Il misfatto è venuto alla luce quando una dipendente ha notato un oggetto insolito nel bagno dell’ufficio. L’oggetto si è rivelato essere una telecamera nascosta, collegata a una batteria tramite cavo.
Ancora più sconcertante è stato scoprire sul dispositivo una scheda di memoria contenente immagini e filmati delle lavoratrici mentre utilizzavano il bagno, tra cui un video del direttore che attivava la telecamera e la collocava.
Inizialmente, le colleghe hanno cercato di affrontare il direttore, che ha negato ogni coinvolgimento, sostenendo di aver trovato la telecamera e di averla lasciata al suo posto per smascherare il vero colpevole. Non persuase da questa spiegazione, le dipendenti hanno denunciato la situazione alle forze dell’ordine, che hanno avviato un’indagine guidata dal PM Buccoliero.
Il momento decisivo dell’indagine è arrivato con la perquisizione della casa del direttore, durante la quale sono state trovate nel suo computer personale centinaia di migliaia di immagini.
Nonostante il tentativo dell’accusato di cancellare tutte le prove dal suo computer, gli investigatori sono riusciti a recuperarle e hanno scoperto che l’uomo utilizzava anche un metodo di salvataggio dei file online.
Gli agenti hanno trovato sullo spazio di archiviazione cloud del direttore video risalenti al periodo tra il 2019 e il 2022, che non erano mai stati cancellati. A causa dell’alto rischio che l’uomo potesse ripetere il reato in altri luoghi pubblici, come i bagni di locali o i camerini dei negozi, è stato posto agli arresti domiciliari.
Gli ordini di custodia cautelare sono stati firmati dal GIP Francesco Maccagnano e notificati dalla Polizia Economico Finanziaria. Il direttore, che è stato sospeso dal suo ruolo, dovrà ora presentarsi in tribunale.