mercoledì - 16 Aprile - 2025

Sgarbi, la malattia silenziosa: sintomi e cause della depressione che colpisce una persona su 4

In un’intervista intima e profonda concessa a La Repubblica, Vittorio Sgarbi ha scelto di raccontare senza filtri la battaglia personale contro la depressione, offrendo uno spaccato autentico su una condizione ancora oggi circondata da stigma e fraintendimenti. «È come se vedessi un altro me» – ha dichiarato – descrivendo il senso di distacco da se stesso che accompagna le giornate più difficili.

Il critico d’arte sta attraversando un periodo particolarmente delicato. Da alcuni giorni è ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma, e ha spiegato di vivere una fase di «meditazione dolorosa» su ciò che è stato e sul futuro che lo attende. Non è la prima volta che affronta un momento critico: già dieci anni fa fu colpito da un’ischemia cardiaca, con conseguente ricovero in terapia intensiva.

Oggi però la battaglia non è visibile all’esterno. Si tratta di una «depressione morale e fisica», come lui stesso l’ha definita. Sgarbi ha raccontato di aver perso molto peso, di trascorrere molto tempo a letto e di riuscire a lavorare solo a tratti. «Mi sono trovato improvvisamente privo di energia, con pensieri negativi costanti e una perdita totale di interesse per le attività che prima mi appassionavano».

Le sue parole non sono solo una testimonianza personale, ma un invito a guardare la depressione per ciò che realmente è: una condizione medica seria, invalidante, e tutt’altro che passeggera. Lo confermano anche i dati diffusi da Emi Bondi, presidente uscente della Società Italiana di Psichiatria, secondo cui «il 6% della popolazione vive un episodio depressivo, e una persona su quattro lo affronterà nel corso della vita». Le donne risultano più colpite, ma la senilità rappresenta un momento particolarmente vulnerabile anche per gli uomini.

Sgarbi ha voluto sottolineare proprio questo aspetto: quando il corpo comincia a richiedere più energie di quante si riesca a dare, anche la mente può cedere. La sua testimonianza arriva forte e chiara: la depressione non guarda in faccia nessuno, e parlarne è il primo passo per liberarsene.

Un gesto di grande umanità e coraggio, che aiuta chi legge a sentirsi meno solo.

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