Alcune settimane fa, Brielle Asero, una giovane neolaureata in Marketing, ha catturato l’attenzione globale con un video in cui era visibilmente sopraffatta dalle emozioni. Durante il suo primo giorno di lavoro, ha scoperto che il suo orario di lavoro era dalle 9 alle 17, una rivelazione che l’ha profondamente frustrata e l’ha spinta a condividere il suo disappunto sui social media. Nel video, esprimeva la sua estrema stanchezza e la mancanza di tempo ed energie per prendersi cura di sé.
La Frustrazione Quotidiana
Brielle descrive il suo lavoro come “in presenza”, con un pendolarismo che le richiede “un’eternità” per arrivare sul posto. Questo la lascia senza tempo per attività personali come fare la doccia, cenare e dormire, rendendo ogni cosa complicata. L’assenza di energia per fare sport e per qualsiasi altra attività la rende molto stressata. Ogni giorno affronta un viaggio di un’ora per raggiungere l’ufficio, e questa esperienza l’ha portata a cercare sui social consigli su come gestire lavori a tempo pieno e trovare spazio per sé stessa.
La Reazione Virale
Le sue parole hanno rapidamente fatto il giro del mondo, guadagnandosi milioni di visualizzazioni e generando un acceso dibattito online. Molti giovani si sono identificati con lei e hanno mostrato comprensione, mentre migliaia di altri utenti l’hanno etichettata come pigra.
La Difesa di Asero
Di fronte alle numerose critiche, Asero ha replicato che la sua intenzione non era quella di creare una discussione politica, ma semplicemente di avviare un dialogo e mostrare rispetto verso gli altri. Voleva unire ragazzi e ragazze che condividono la sua prospettiva per incoraggiare un possibile cambiamento. Ha sottolineato che la generazione Z lavora duro, forse anche più delle generazioni precedenti, ma con salari più bassi e costi di produzione più elevati.
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