venerdì - 22 Novembre - 2024

Pensioni, pessime notizie per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996

Nonostante i vantaggi legati al sistema misto e all’integrazione al trattamento minimo, chi ha iniziato a lavorare prima del 1996 deve fare i conti anche con alcune cattive notizie, soprattutto per quanto riguarda i requisiti contributivi per accedere alla pensione. Infatti, per chi rientra in questa categoria, esiste l’obbligo di aver accumulato almeno 20 anni di contributi per poter accedere alla pensione di vecchiaia. Questo requisito è inderogabile, salvo alcune eccezioni specifiche, come quelle previste dalle deroghe Amato.

Le deroghe Amato consentono di andare in pensione con 15 anni di contributi, ma solo in determinati casi, come ad esempio per chi, entro il 31 dicembre 1992, ha maturato 15 anni di contribuzione, è stato autorizzato a versare contributi volontari dall’INPS o ha un’anzianità assicurativa di almeno 25 anni con almeno 10 anni in cui non sono state versate 52 settimane contributive. Tuttavia, per chi non rientra in queste deroghe, i 20 anni di contribuzione rappresentano un requisito obbligatorio e insuperabile per accedere alla pensione.

La cattiva notizia è che, se non si raggiunge questa soglia, anche per una minima differenza, i contributi versati si perdono, rappresentando così un vero e proprio spreco di risorse. Per esempio, ogni anno di lavoro corrisponde al versamento di poco più del 30% del reddito annuale all’INPS. Pertanto, non raggiungere i 20 anni di contribuzione significa non poter beneficiare della pensione e vedere tutto il denaro versato durante la propria carriera svanire.

Diverso è il caso di chi ha iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996. Anche questi lavoratori devono raggiungere i 20 anni di contributi per andare in pensione a 67 anni, ma hanno una sorta di “paracadute”. Se non si raggiungono i 20 anni di contribuzione, infatti, possono comunque accedere alla pensione di vecchiaia al compimento dei 71 anni, con appena 5 anni di contributi. Questo permette loro di evitare di perdere completamente i contributi versati.

Infine, un altro svantaggio per chi ha contributi versati prima del 1996 riguarda l’impossibilità di accedere alla pensione a 64 anni. I cosiddetti contributivi puri possono andare in pensione già a 64 anni, a patto di aver accumulato 20 anni di contributi e di avere un assegno di pensione almeno pari a 3 volte il valore dell’Assegno sociale (con alcune agevolazioni per le donne con figli).

Questa opzione, invece, è preclusa per chi rientra nel sistema misto, che può smettere di lavorare prima dei 67 anni solo se ha raggiunto i 42 anni e 10 mesi di contributi (uno in meno per le donne), usufruendo della cosiddetta pensione anticipata.

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