lunedì - 16 Settembre - 2024

Pensioni, la brutta notizia per chi ha questa età: purtroppo non si…

Secondo quanto riportato dalla stampa nazionale, sul sito dell’INPS è presente una sezione chiamata “Pensami”, che permette di simulare la propria posizione contributiva e capire a quale età si potrà andare in pensione.

Purtroppo, le previsioni non sono rassicuranti. Chi ha iniziato a lavorare di recente e ha 30 anni, dovrà attendere fino a circa 66 anni e 8 mesi per andare in pensione, quindi quasi fino ai 70 anni. Inoltre, per ottenere una pensione dignitosa, potrebbe essere necessario lavorare oltre i 70 anni.

Il simulatore INPS “Pensami” è stato aggiornato con le nuove regole della legge di Bilancio, e queste modifiche non sono favorevoli per le giovani generazioni e chi ha appena iniziato a lavorare.

Chi oggi ha 30 anni e ha iniziato da poco un lavoro, oltre ad aspettare i 66 anni e 8 mesi, dovrà anche aver accumulato almeno 20 anni di contributi per poter andare in pensione e avere un assegno sociale sopra una certa soglia. Se non si riescono a versare i 20 anni di contributi, la pensione scatterà solo a partire dai 74 anni.

Secondo il simulatore, un uomo nato all’inizio del 1994 che ha iniziato a lavorare nel 2022 e accumula almeno 20 anni di contributi, potrà andare in pensione di vecchiaia a dicembre del 2063, con 69 anni e 10 mesi.

Questa situazione rappresenta una batosta per le giovani generazioni, per le quali ottenere una pensione dignitosa, anche a causa dei contratti precari, appare oggi come un vero miraggio.

Per molti giovani, l’idea di poter contare su una pensione che permetta una vita serena sembra sempre più irraggiungibile. La necessità di riforme che tengano conto delle condizioni di lavoro attuali e delle difficoltà economiche dei giovani è evidente.

In conclusione, mentre la pensione dovrebbe essere un traguardo raggiungibile per tutti, le attuali regole e condizioni economiche rendono questo obiettivo sempre più difficile da raggiungere, specialmente per le giovani generazioni che si trovano a dover navigare tra precarietà lavorativa e sistemi previdenziali poco favorevoli.

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