venerdì - 22 Novembre - 2024

Obbligo sostituzione caldaie e ristrutturazione (da 50.000 euro) in tutte le case: quando scatta

Visto che come recitava la famosa canzone degli anni 80 dei Righeira, “l’estate sta finendo”, l’uso della caldaia per il funzionamento del sistema di riscaldamento a breve diventerà inevitabile. Questo comporta non solo un aumento del consumo energetico e dei costi in bolletta, ma pone anche l’attenzione sull’impatto ambientale che un sistema di generazione di calore può avere. Questi effetti sono regolamentati dalla normativa vigente per evitare fonti di inquinamento eccessive.

A questo punto, è lecito domandarsi quando sia necessario cambiare la caldaia di casa e quali siano le leggi a cui fare riferimento. Ecco alcune informazioni utili.

Caldaia, quando va sostituita?

Per capire come agire, è fondamentale considerare due importanti Direttive europee. La prima è conosciuta come Ecodesign, mentre la seconda riguarda l’efficienza energetica degli impianti di riscaldamento. Queste direttive stabiliscono che, a partire dal 25 settembre 2015, non possono più essere immesse sul mercato caldaie tradizionali a camera stagna. Inoltre, per legge, è obbligatorio apporre all’impianto di riscaldamento, inclusa la caldaia, l’etichettatura energetica con la relativa classe di appartenenza (A, A+, A++ e così via), proprio come avviene per gli elettrodomestici.

Le direttive europee non indicano una data di scadenza per le caldaie esistenti, ma vietano la produzione e la commercializzazione di caldaie tradizionali a camera stagna dopo settembre 2015. Ciò che conta è il rispetto delle normative riguardanti la manutenzione e lo scarico dei fumi.

Inoltre, esistono normative regionali da tenere in considerazione. Ad esempio, in Lombardia, le caldaie con più di 15 anni devono dimostrare che l’efficienza energetica globale media stagionale sia superiore a un valore prestabilito al 31 luglio di ogni stagione successiva. In caso contrario, la sostituzione diventa obbligatoria.

È quindi necessario valutare se il proprio impianto presenta una serie di anomalie di funzionamento che rendono le riparazioni non più convenienti, o se l’impianto ha superato i 10-15 anni di vita. In queste circostanze, le prestazioni tendono a peggiorare e i consumi energetici aumentano, con conseguenti incrementi in bolletta. Un apparecchio tradizionale diventa meno efficiente nel tempo, e i consumi possono crescere fino al 30% rispetto a un impianto a condensazione.

Da ricordare che, per tutto il 2024, è possibile usufruire di agevolazioni per la sostituzione della caldaia, che consentono notevoli risparmi fiscali, dal bonus ristrutturazione all’Ecobonus. Infine, è importante considerare che un impianto obsoleto può presentare perdite di monossido di carbonio o di metano, con seri problemi per la sicurezza domestica.

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