Nel caso di Nanni Moretti, l’infarto è stato riconosciuto grazie a una maggiore consapevolezza acquisita dopo il primo episodio vissuto mesi fa. La sua attenzione ai campanelli d’allarme è stata decisiva. Questo perché i sintomi possono variare moltissimo da persona a persona, ma ci sono alcuni segnali che – se ben conosciuti – possono davvero fare la differenza.
Il primo segno che Moretti ha riferito di aver notato è stato un fastidio al petto, simile a una pressione persistente, quasi come se qualcuno stesse comprimendo il torace. Questo tipo di dolore, noto come angina, è il più frequente tra i sintomi dell’infarto e può durare diversi minuti o ripresentarsi a intermittenza.
Insieme a questo, ha avvertito fiato corto, una sensazione di spossatezza e debolezza improvvisa. Altri sintomi da lui riferiti al personale medico hanno incluso dolore irradiato verso le spalle e un senso di vertigine.
I cardiologi hanno spiegato che questi sono tutti segnali tipici, che però vengono spesso sottovalutati, specie quando si presentano in forma lieve. In realtà, anche un solo sintomo può essere sufficiente per sospettare un evento cardiaco acuto. Oltre all’angina, possono comparire dolori alle braccia, al collo, alla mandibola o perfino allo stomaco. Nei casi più gravi si manifesta una sudorazione fredda, spesso accompagnata da nausea, vomito o svenimenti. Tutti elementi che possono trarre in inganno e che, per questo, devono essere interpretati con attenzione.
Se si avverte anche uno solo di questi sintomi, la cosa più importante da fare è non aspettare. Il consiglio degli esperti è chiaro: chiamare subito il 118 e non perdere tempo. Ogni minuto è prezioso, perché prima si interviene, maggiore è la possibilità di salvare il muscolo cardiaco e prevenire danni permanenti. L’intervento medico tempestivo – con angioplastica, anticoagulanti o altre tecniche – può riportare il flusso di sangue al cuore e salvare la vita.
La testimonianza di Nanni Moretti non è soltanto la cronaca di un fatto clinico, ma un esempio di buona reazione, che merita di essere condiviso. Perché sapere quando e come agire può fare davvero la differenza tra la vita e la morte.