Sintomi, cause e cure del tumore al colon
Cause del tumore all’intestino (colon)
La maggior parte dei tumori all’intestino (colon) non ha fattori scatenanti noti. Tuttavia, il cancro al colon può formarsi a seguito di malattie infiammatorie croniche intestinali, come la rettocolite ulcerosa o la malattia di Crohn. Circa il 25% dei tumori dell’intestino è legato a una predisposizione familiare: chi ha parenti che hanno sviluppato questo cancro è più facilmente soggetto a contrarlo. Esistono anche particolari patologie genetiche (sindromi) che aumentano significativamente la probabilità di sviluppare un tumore.
È dimostrato che una dieta ricca di fibre e povera di grassi può ridurre il rischio di sviluppare questa forma di tumore rispetto a chi non segue questo tipo di alimentazione.
Sintomi del tumore all’intestino (colon)
Il tumore all’intestino non presenta sintomi specifici, ma alcuni segnali da non sottovalutare includono:
- Presenza di sangue nelle feci
- Sensazione di dover evacuare anche quando non necessario (tenesmo rettale)
- Deformazione delle feci
- Stitichezza improvvisa e ostinata
- Alternanza di stitichezza e diarrea
In presenza di questi sintomi, è importante consultare un medico per ulteriori accertamenti.
Importanza degli screening
In Italia, i casi di tumore al colon-retto sono in aumento. È il secondo carcinoma più diffuso nel Paese, con oltre 48.000 diagnosi nel 2022 e una mortalità stimata di 21.700 decessi nel 2021 (dati AIGO). Purtroppo, l’adesione agli screening non è elevata, nonostante la prevenzione sia fondamentale per anticipare la malattia. La dottoressa Maria Di Paolo, consigliere nazionale dell’AIGO, sottolinea: «La tragica scomparsa di Totò Schillaci deve far capire quanto non deve essere sottovalutato questo tumore e l’importanza dei test».
Gli screening prevedono, ogni due anni, la possibilità di ritirare una provetta in farmacia per la ricerca del sangue occulto nelle feci. Se il test risulta positivo, il paziente viene sottoposto a una colonscopia per un’indagine più approfondita. «Quando c’è la comparsa di sangue nelle feci, associata a un calo di peso, deve scattare la prima sirena d’allarme», spiega Di Paolo. «Se il sangue è visibile, si deve fare un’indagine di secondo livello come la colonscopia».
Pericolosità e mortalità
Il tumore al colon, se non diagnosticato in tempo, può propagarsi oltre l’organo, colpendo linfonodi e altri organi come fegato e polmoni, riducendo drasticamente le probabilità di sopravvivenza. Anche quando trattato con chirurgia o chemioterapia, il rischio di recidive resta alto, soprattutto se la malattia si è già estesa ad altri organi al momento della diagnosi. Secondo il Rapporto del 2023 condiviso dal Ministero della Salute, i vantaggi in termini di morti evitate nel periodo 2007-2019 per il tumore del colon-retto sono stati significativi: negli uomini -16.188 morti (-10,8%) e nelle donne -11.067 morti (-8,9%). Tuttavia, il rapporto stimava per l’anno 2023 ben 50.500 nuovi casi (26.800 negli uomini e 23.700 nelle donne), in crescita rispetto al 2022.
La ricerca e le nuove terapie
Negli ultimi anni, le terapie per il cancro al colon sono migliorate sensibilmente, sia dal punto di vista chirurgico che farmacologico. Le tecniche chirurgiche sono sempre più precise e le chemioterapie più efficaci. In alcuni casi selezionati, l’immunoterapia ha portato alla regressione completa della malattia. Si sta anche lavorando per sviluppare nuovi strumenti diagnostici, come la “biopsia liquida”, che permetterà di identificare la presenza di DNA tumorale tramite un semplice prelievo di sangue.
Trattamenti disponibili
I trattamenti per il tumore del colon comprendono:
- Chirurgia: È il primo e più efficace approccio terapeutico. Per i tumori localizzati e in stadio iniziale, è indicata l’asportazione della massa tumorale. Nei pazienti con cancro del colon metastatico non asportabile e non curabile, la chirurgia è utilizzata per alleviare i sintomi.
- Chemioterapia e immunoterapia: Oltre alla chirurgia, si procede con trattamenti farmacologici che favoriscono la riduzione di circa il 30% del rischio di recidiva della malattia e una riduzione del 22-32% della mortalità. Nei casi in cui il tumore è già metastatico, la chemioterapia associata all’immunoterapia diventa spesso il primo approccio terapeutico, con l’intento di far regredire o stabilizzare le lesioni nel fegato fino a consentirne l’asportazione.
- Radioterapia: La radioterapia postoperatoria non è di solito considerata una terapia di routine per il cancro del colon resecato, contrariamente a quanto accade per i pazienti con cancro del retto, nei quali la terapia adiuvante include la radioterapia.
Conclusione
La prevenzione e la diagnosi precoce sono armi fondamentali nella lotta contro il tumore al colon. Aderire agli screening e prestare attenzione ai sintomi può fare la differenza nell’efficacia dei trattamenti e nella qualità di vita dei pazienti. La storia di Totò Schillaci ci ricorda l’importanza di non sottovalutare questa malattia e di agire tempestivamente per contrastarla.