giovedì - 21 Novembre - 2024

Morte Totò Schillaci e il tumore al colon: casi in aumento, cause, sintomi e cura

Totò Schillaci

, deceduto oggi 18 settembre, era da tempo affetto da un tumore al colon. Le sue condizioni si erano «sensibilmente aggravate» sin da ieri, portando a un epilogo che ha scosso profondamente il mondo dello sport e dell’intera nazione. La scomparsa di Schillaci non è solo una perdita per chi lo ha ammirato come atleta, ma anche un monito sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce di una malattia che, in Italia, rappresenta una delle principali cause di mortalità.

Il tumore al colon è tra le neoplasie più diffuse nel nostro Paese: secondo il rapporto “I numeri del cancro”, è il secondo per incidenza con circa 50.000 nuove diagnosi nel 2023, subito dopo il tumore al seno. Questa malattia colpisce indistintamente uomini e donne, e l’età media di insorgenza si sta abbassando, coinvolgendo anche fasce di popolazione più giovani rispetto al passato.

Maurizio Vecchi, professore di gastroenterologia all’Università degli Studi di Milano, ha commentato la situazione all’Adnkronos Salute, sottolineando quanto sia cruciale la diagnosi precoce: «Se preso nei primissimi stadi, il tumore al colon può essere completamente debellato, con una sopravvivenza a cinque anni superiore al 90%. Ma per ottenere questi risultati è fondamentale aderire agli screening». Le parole dell’esperto evidenziano come la tempestività sia un fattore determinante nel successo delle terapie.

Nonostante i programmi di screening siano ben strutturati e offerti gratuitamente, solo il 30-40% della popolazione decide di parteciparvi. Questo dato è allarmante, soprattutto considerando che negli ultimi anni si è registrato un aumento dei casi anche tra le persone più giovani. Tale trend ha portato gli esperti a valutare l’abbassamento dell’età per lo screening a 45 anni. La bassa adesione compromette la possibilità di una diagnosi tempestiva, riducendo le probabilità di successo delle terapie e aumentando il rischio di complicazioni gravi.

La pericolosità del tumore al colon risiede nella sua capacità di propagarsi oltre l’organo, colpendo linfonodi e altri organi come fegato e polmoni. Se non diagnosticato in tempo, le probabilità di sopravvivenza si riducono drasticamente. Anche quando viene trattato con chirurgia o chemioterapia, il rischio di recidive resta alto, specialmente se la malattia si è già estesa ad altri organi al momento della diagnosi. La storia di Schillaci potrebbe essere un esempio di questa complessa dinamica: nonostante eventuali interventi per rimuovere il tumore e le metastasi, cellule tumorali residue possono riattivarsi a distanza di molto tempo.

Negli ultimi anni, la ricerca ha compiuto passi significativi. Le terapie per il cancro al colon sono migliorate sia dal punto di vista chirurgico che farmacologico. Le tecniche operatorie sono sempre più precise, riducendo l’invasività e migliorando i tempi di recupero. Le chemioterapie sono diventate più efficaci e, in alcuni casi selezionati, l’immunoterapia ha portato alla regressione completa della malattia. Inoltre, si sta lavorando su nuovi strumenti diagnostici come la “biopsia liquida”, che permetterà di identificare la presenza di DNA tumorale tramite un semplice prelievo di sangue, facilitando una diagnosi ancora più precoce.

La scomparsa di Totò Schillaci ci invita a riflettere sull’importanza della prevenzione e della consapevolezza riguardo al tumore al colon. Informarsi sui sintomi, comprendere le cause e conoscere le opzioni di cura disponibili sono passi fondamentali per combattere efficacemente questa malattia.

Per approfondire i sintomi, le cause e le cure del tumore al colon, continua nella prossima pagina.

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