giovedì - 21 Novembre - 2024

Lo studio: chi non fa colazione ha maggiori probabilità di morire per un attacco di cuore

Ricercatori

dell’Università d’État de São Paolo, in Brasile, hanno condotto uno studio su 113 persone, suggerendo che consumare il pasto principale della giornata nella prima parte della giornata potrebbe portare a benefici per la salute. Secondo il team di studiosi, questo comportamento consente al corpo di bruciare calorie in modo più efficiente.

Il saltare la colazione e cenare tardi potrebbe avere effetti negativi sulla salute. Gli scienziati hanno riscontrato che coloro che spesso non fanno colazione e che cenano entro due ore prima di coricarsi presentano un rischio maggiore in caso di crisi cardiaque. Il consiglio suggerito è quindi di consumare la maggior parte delle calorie nelle prime ore della giornata per favorire un equilibrio ormonale e prevenire lo spuntino durante il giorno.

L’indagine ha rivelato che il 57% dei partecipanti salta la colazione almeno tre volte a settimana, il 51% fa cena tardi altrettante volte, e il 41% combina entrambi i comportamenti. Queste abitudini potrebbero aumentare da quattro a cinque volte il rischio di morte nel mese successivo a un attacco di cuore.

Le conclusioni dello studio sono state pubblicate nell’European Journal of Preventive Cardiology. Secondo il Dr. Marcos Minicucci, capo della ricerca, un cambiamento nelle abitudini alimentari potrebbe essere un modo efficace e poco costoso per migliorare la salute delle persone. Ha suggerito di mantenere un intervallo di almeno due ore tra la cena e l’ora di coricarsi.

Un’adeguata colazione dovrebbe includere prodotti lattiero-caseari magri, carboidrati come pane integrale e cereali, e frutta fresca, rappresentando il 15-35% dell’apporto calorico giornaliero.

Tuttavia, va notato che chi tende a saltare la colazione e a cenare tardi potrebbe anche avere altre abitudini malsane, come il fumo e una scarsa attività fisica. Il Dr. Minicucci sottolinea che questi comportamenti sono collegati a risultati peggiori dopo un attacco cardiaco e che combinare più abitudini negative potrebbe aggravare la situazione. Viene ipotizzato che la risposta infiammatoria e il stress ossidativo possano giocare un ruolo nella connessione tra cattive abitudini alimentari e risultati cardiovascolari.

Ci sono circa 200.000 ricoveri all’anno nel Regno Unito e 800.000 negli USA a causa di attacchi di cuore. Questi si verificano quando l’apporto di sangue al cuore si blocca improvvisamente, con sintomi come dolore al petto, affanno e ansia. Le cause spesso includono malattie coronariche, fumo, ipertensione e diabete. Il trattamento prevede farmaci o chirurgia. Per ridurre il rischio, si consiglia di non fumare, fare esercizio regolare e bere con moderazione. Si differenzia da un arresto cardiaco, dovuto a un problema elettrico nel cuore.

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