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Papa Francesco ha lasciato l’Ospedale Gemelli questa mattina per continuare la sua convalescenza a Casa Santa Marta, in Vaticano. Mercoledì 7 giugno era stato ricoverato per un’operazione di laparotomia e una ricostruzione della parete addominale. La necessità dell’intervento era nota da tempo, dato che il Papa soffriva di dolori ricorrenti e in crescita. L’intervento mirava a rimuovere un “laparocele incarcerato”, un’ernia formatasi sulla cicatrice di un precedente intervento alla cistifellea, effettuato nel 1980.
Dopo una TAC, il giorno prima dell’intervento è stato lo stesso Francesco a decidere: “Mi opero domani, così posso rispettare i miei impegni”. Ha pianificato due viaggi in agosto, dal 2 al 6 a Lisbona e alla fine del mese in Mongolia, e vuole realizzarli. Tuttavia, per un uomo di 86 anni, il recupero dopo tre ore di operazione in anestesia generale è delicato, ed è normale avvertire una certa stanchezza e il bisogno di evitare sforzi: gli è stata impiantata una “rete protesica” sulla parete addominale, che deve cicatrizzare.
Il Papa e i bambini
Giovedì Francesco ha fatto visita ai bambini ricoverati nel reparto di Oncologia pediatrica e Neurochirurgia infantile, come aveva fatto a fine marzo durante il suo ricovero per una polmonite. I bambini gli avevano inviato lettere, disegni e messaggi di auguri. Anche l’attore Lino Banfi, legato a Francesco da un affetto reciproco, ha inviato i suoi auguri.
La poesia di Banfi
Hanno la stessa età. E ora Banfi gli ha fatto avere un suo messaggio in forma di poesia in rima: «Prima chiarisco a Sua Santità tutto fino in fondo:/ Io sono il nonno d’Italia, Lei il nonno del mondo./ Adesso che abbiamo stabilito i nostri ruoli, /non vedo l’ora di rincontrarci noi due da soli!». E ancora: «Si ricorda? Le chiesi se potevo diventare / “il comico privato del Papa, il suo giullare”./ Quindi esca dal “laparocele incarcerato”/ e mi dia questo Oscar tanto desiderato». L’attore si rivolge scherzoso anche a coloro che l’hanno in cura: «L’altro appello è al personale medico del Gemelli: /mi risulta che siete tutti raghezze e raghezzi belle e belli,/ ma adesso basta a tenervi il Santo Padre tutto per voi,/ora serve più che mai vicino a noi./ Il mio compito è far sorridere Sua Santità!/ Il vostro è quello di farlo uscire (e grazie!) presto di là».
I doni: un rosario e un libro
Mercoledì era già previsto un imminente ritorno del Papa, la sera aveva cenato con chi lo assiste. Ieri ha salutato i dirigenti dell’ospedale. Successivamente ha visitato i piccoli pazienti, “ha toccato con mano il dolore dei bambini che ogni giorno portano sulle spalle, insieme ai genitori, la sofferenza della Croce. A ciascuno ha donato