L’infarto
rappresenta una seria minaccia per la salute globale, particolarmente accentuata nel mondo occidentale a causa di stili di vita non salutari. La capacità di prevenire e identificare precocemente i sintomi dell’infarto è essenziale e può fare la differenza tra la vita e la morte. Un recente studio ha messo in luce segnali premonitori che possono manifestarsi nelle 24 ore precedenti l’evento, offrendo così una finestra critica per intervenire.
Una rivelazione sorprendente dello studio è la differenza nei segnali premonitori tra uomini e donne. È importante sottolineare che le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte a livello globale. Le abitudini non salutari nei paesi occidentali aggravano ulteriormente il problema, rendendo le malattie cardiovascolari un flagello di portata mondiale. Specificamente in Italia, si registrano ogni anno circa 240.000 decessi per malattie ischemiche del cuore, inclusi infarti e ictus. Questi eventi, in linea di principio, sono imprevedibili e rappresentano una seria minaccia.
Gli arresti cardiaci improvvisi, specialmente quelli che avvengono fuori dall’ospedale, hanno un tasso di mortalità estremamente alto, arrivando al 90%. Ogni minuto in queste situazioni è prezioso, e una statistica inquietante rivela che in casi gravi, ogni 10 minuti di ritardo nell’assistenza aumentano significativamente il tasso di mortalità. Quindi, riconoscere rapidamente i sintomi diventa fondamentale per salvare il cuore e la vita.
I ricercatori dello Smidt Heart Institute di Cedars-Sinai, in California, hanno esaminato dati provenienti da due studi importanti: “PRESTO” (Prediction of sudden death in multi-ethnic communities) e “SUDS” (Sudden unexpected death study). Hanno scoperto che il 50% dei soggetti che hanno subito un arresto cardiaco improvviso aveva sperimentato almeno un sintomo nelle 24 ore precedenti. Tra gli uomini, il sintomo più comune era il dolore al petto, mentre nelle donne prevaleva la dispnea. Altri sintomi meno frequenti includevano sintomi simil-influenzali e palpitazioni.
Questo studio pone le basi per un nuovo approccio nella previsione dell’infarto, con il potenziale di salvare numerose vite nel futuro. Al momento, si può tutelare la salute cardiaca e minimizzare il rischio di infarto attraverso una dieta sana ed equilibrata, unita a regolare attività fisica. Fattori di rischio come fumo e sovrappeso giocano un ruolo significativo nell’aumentare il rischio di problemi cardiovascolari. Anche lo stress è un importante fattore di rischio per il cuore. Pertanto, pratiche come meditazione, yoga e respirazione diaframmatica sono strumenti preziosi per ridurre l’incidenza statistica di eventi cardiovascolari.
Adottare strategie per gestire lo stress, come lo yoga, la meditazione, o la consulenza psicoterapeutica, non solo migliora significativamente la qualità della vita, ma riduce anche la probabilità di eventi come l’infarto. Conoscere in anticipo i segnali premonitori e adottare uno stile di vita sano sono entrambi fondamentali per la prevenzione. Nella seconda pagina dell’articolo andremo a vedere a quali sintomi bisogna prestare attenzione.