sabato - 12 Aprile - 2025

Individuato il nesso tra il Parkinson e il famoso prodotto chimico: “Rischio più alto del 70%”. Lo studio

Il tricloroetilene, noto anche come trielina, è stato a lungo considerato un prodotto indispensabile per le sue numerose applicazioni industriali, mediche e militari. Fino agli anni Settanta veniva usato con disinvoltura per sgrassare metalli, decaffeinare il caffè e lavare a secco i tessuti. Tuttavia, dietro questa apparente utilità si cela un pericolo sanitario ancora troppo poco conosciuto.

Recenti studi internazionali, pubblicati sul Journal of Parkinson’s Disease e ripresi da Jama Neurology, rivelano un legame allarmante tra questa sostanza e l’insorgenza del morbo di Parkinson. I ricercatori, tra cui noti neurologi dell’Università di Rochester, hanno sottolineato come milioni di persone siano state esposte a questo contaminante ambientale, spesso in modo inconsapevole.

Uno studio condotto su oltre 300.000 veterani statunitensi ha mostrato un aumento del 70% nel rischio di sviluppare il Parkinson tra coloro che hanno avuto contatti con il tricloroetilene. Questo composto può infiltrarsi nel suolo e nell’acqua potabile e restare attivo anche per decenni. Ancora più inquietante è il fatto che i sintomi della malattia possano manifestarsi anche 40 anni dopo l’esposizione, rendendo difficile risalire alla causa esatta.

Gli scienziati riportano casi emblematici: da operai esposti in stabilimenti industriali a meccanici d’auto, fino a uno studio sui gemelli del 2011, dove chi era stato esposto al tricloroetilene presentava una probabilità cinque volte maggiore di ammalarsi di Parkinson rispetto al fratello non esposto. Tuttavia, nonostante le numerose prove epidemiologiche e gli esperimenti su animali, il nesso causale diretto è ancora oggetto di discussione a causa della complessità dei fattori ambientali coinvolti.

La trielina continua ad avere un impatto persistente, anche a distanza di decenni da quando è stata dismessa da molti usi industriali. Ecco perché oggi si torna a parlare con urgenza dei suoi possibili effetti sulla salute pubblica.

Per scoprire i segnali da non sottovalutare che potrebbero indicare un rischio legato all’esposizione alla trielina, vai nella seconda pagina.

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