giovedì - 21 Novembre - 2024

In coma per 12 anni: “Vedevo e sentivo tutto”. La folle storia di Martin Pistorius

Martin Pistorius

era un normale ragazzo che viveva in Sudafrica con i suoi genitori, Joan e Rodney. Aveva un sogno nel cuore: diventare tecnico elettronico. Tuttavia, tutto cambiò per lui a soli 12 anni quando una misteriosa malattia lo rese prigioniero del suo stesso corpo per un lungo periodo di 12 anni. L’incubo iniziò nel 1988 con un innocuo mal di gola, ma si intensificò rapidamente. Nei mesi seguenti, Martin perse la capacità di camminare e di nutrirsi, avviandosi in una spirale di degrado fisico.

Il verdetto medico per Martin fu devastante: una malattia neurovegetativa degenerante con una triste aspettativa di vita. Nonostante queste tragiche previsioni, i suoi genitori non persero la speranza. Anche quando Martin sembrava in uno stato comatoso e non reagiva a nessuno stimolo, Joan e Rodney si affaccendarono quotidianamente per portarlo in riabilitazione, sperando in un cambiamento.

Per ben quattro anni, Martin rimase completamente isolato dal mondo esterno: incapace di muoversi, comunicare, piangere o ridere. Ma poi, nel 1992, accadde qualcosa di straordinario: Martin iniziò a percepire il mondo esterno, a vedere e sentire ciò che accadeva attorno a lui.

Un computer per comunicare

La svolta avvenne quando due terapiste notarono segnali di coscienza in lui e convinsero la famiglia Pistorius a cercare un parere all’Università di Pretoria. Gli esperti confermarono che Martin era pienamente cosciente. Sorpresi e profondamente commossi, i genitori gli fornirono un computer per aiutarlo a comunicare. Questo strumento tecnologico segnò l’inizio del suo ritorno alla vita.

Nell’attuale scenario, Martin utilizza ancora quel computer per esprimersi e pur trovandosi su una sedia a rotelle, ha ormai lasciato alle spalle quegli anni bui. Non solo ha conseguito una laurea in informatica, ma ha anche fondato una azienda di web design. La sua vita sentimentale ha avuto una svolta quando ha incontrato e sposato Joanna, l’assistente sociale che si è presa cura di lui durante la sua convalescenza.

Un mistero irrisolto e una testimonianza toccante

La causa esatta del lungo “sonno” di Martin rimane un mistero. La sua esperienza è stata però immortalata in un libro intitolato “Ghost Boy – Il ragazzo fantasma”. Il titolo riflette i sentimenti di Martin durante quei 12 anni: un’entità invisibile ma viva, che percepiva ogni cosa. Un elemento cruciale nella sua storia è senza dubbio l’amore incondizionato e incessante dei suoi cari, che molto probabilmente ha giocato un ruolo fondamentale nel suo risveglio.

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