giovedì - 21 Novembre - 2024

Il pronto soccorso diventa a pagamento, con 149 euro si salta la fila e si viene visitati subito: ecco la regione

Al Policlinico San Marco di Zingonia, situato in provincia di Bergamo, i pazienti hanno la possibilità di anticipare l’assistenza pagando una cifra di 149 euro. Questo permette a chi si trova in situazioni identificate come codice verde o bianco, che normalmente comportano lunghe ore di attesa, di ricevere assistenza immediata.

Questa proposta ha generato opinioni contrastanti: alcuni la vedono come una soluzione per diminuire il sovraccarico negli ospedali, mentre altri critici la considerano una manifestazione di crescente disparità economica.

“Un servizio sperimentale”

L’ente che gestisce il Policlinico, il Gruppo San Donato, ha denominato questa offerta di pronto soccorso a pagamento come “ambulatorio ad accesso diretto”, presentandolo come un “servizio sperimentale”. Tale iniziativa non è nuova e si è già vista, ad esempio, a Milano e, recentemente, a Brescia. L’obiettivo è quello di affrontare l’eccessivo afflusso nei pronto soccorso.

Un fattore che ha amplificato il ricorso ai pronto soccorso è la carenza di medici di base, che si è intensificata in seguito all’emergenza Covid. Questa situazione ha spinto molte persone a dirigersi verso gli ospedali per servizi che, in precedenza, venivano forniti dai medici di famiglia. Alcuni vedono in questa sfida operativa un’opportunità di business.

Basta pagare per essere visitati subito

L’ambulatorio ad accesso diretto del Policlinico San Marco offre un servizio, come descritto sul loro sito ufficiale, “in regime di solvenza” che permette di accedere a visite mediche e potenziali esami diagnostici senza la necessità di prenotare.

I pazienti che necessitano dell’intervento di professionisti come ortopedici, chirurghi polispecialistici, odontoiatri o urologi possono semplicemente recarsi all’ambulatorio e effettuare il pagamento. La tariffa base per tale servizio è di 149 euro, ma è importante sottolineare che non comprende i costi associati a eventuali esami diagnostici di primo e secondo livello.

Mentre alcuni vedono in questo servizio un modo per ridurre l’affollamento in ospedali e pronto soccorso, altri critici lo percepiscono come un segnale dell’infiltrazione crescente della medicina privata nella sanità pubblica. L’organizzazione Medicina democratica, per esempio, ha interpretato l’iniziativa a Bergamo come un esempio di come la sanità privata possa approfittare delle inefficienze del sistema pubblico.

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