L’AMOC (Circolazione Atlantica Meridionale di Sovrapposizione) è essenziale per comprendere il delicato equilibrio del nostro clima. Funziona come una specie di “nastro trasportatore” oceanico, muovendo acque tropicali calde dal tropico verso le regioni settentrionali dell’Europa. Questo flusso oceanico non solo influisce sulla distribuzione del calore nell’Atlantico, ma gioca anche un ruolo cruciale nell’equilibrio climatico complessivo.
Il campanello d’allarme: l’indebolimento dell’AMOC
Recentemente, uno studio diffuso tramite Nature Communications ha sollevato delle preoccupazioni riguardo alla stabilità dell’AMOC. Secondo la ricerca, esiste una possibilità che questo fondamentale sistema di correnti si interrompa o subisca significative variazioni, e ciò potrebbe accadere molto prima di quanto pensato – forse già entro il 2025. Analizziamo più da vicino i dettagli e le possibili implicazioni di questo scenario.
Possibili scenari climatici all’orizzonte
Pur avendo dati affidabili sull’AMOC solo dal 2004, la ricerca ha evidenziato chiari segni di un suo indebolimento. Tuttavia, è essenziale notare che per avere una previsione completa e dettagliata, avremmo bisogno di monitorarlo per un periodo più esteso.
Un fattore che contribuisce a questo indebolimento è l’aumento di CO2 nell’atmosfera. Se l’AMOC dovesse effettivamente collassare, le conseguenze climatiche sarebbero drammatiche, in particolare per l’Europa e la costa orientale del Nord America. Queste aree potrebbero sperimentare un drastico raffreddamento, paragonabile a una mini era glaciale.
Per mettere in prospettiva l’entità del cambiamento: le temperature in queste regioni potrebbero diminuire di 10-15°C in soli dieci anni. Questa diminuzione è straordinariamente rapida, soprattutto se considerata in relazione all’aumento di temperatura di 1,5°C registrato nell’ultimo secolo.