Tra tutti i composti chimici sintetici che inquinano il nostro ambiente, quelli che fanno scattare i campanelli d’allarme più forti sono gli inquinanti organici persistenti.
Si tratta di composti tossici molto resistenti (come dice il nome stesso) presenti nell’ambiente, nell’acqua e anche negli alimenti.
A peggiorare le cose, stiamo parlando di composti che si diffondono facilmente e che si accumulano nel tessuto adiposo provocando danni non solo alla nostra salute ma anche l’intero ecosistema. Hanno anche una grande capacità di biomagnificazione, dicono gli esperti. Questo significa che possono accumularsi, diventando davvero molto pericolosi. Ecco perché non è raro che questi inquinanti finiscano nei nostri piatti.
Ma quali sono i cibi più colpiti da questi potenti inquinanti a cui dovremmo fare molta attenzione? Forse un’idea in testa l’avete già a riguardo, ma nella lista degli alimenti da segnare in rosso ce ne sono alcuni davvero impensabili.
I cibi che sarebbe meglio evitare per evitare l’invecchiamento precoce
Oltre il 90% dell’esposizione umana alle diossine avviene attraverso gli alimenti, in particolare carne e latticini, nonché pesce e crostacei, dicono gli esperti. Forse non ci avete mai pensato, ma è comune trovarle anche nel latte e nei suoi derivati, ma anche in organi animali come il cervello e il fegato.
Recentemente, i ricercatori dell’Università di Navarra e del Centro di ricerca biomedica di rete sull’obesità e sulla nutrizione (CIBEROBN) hanno verificato che un’elevata esposizione a inquinanti organici persistenti attraverso la dieta potrebbe accelerare l‘invecchiamento cellulare.
La ricerca effettuata in merito, basata su 886 volontari di età superiore ai 55 anni, è stata pubblicata sulla rivista Nutrients. Lo studio ha dimostrato che questi inquinanti portano all’accorciamento dei cosiddetti telomeri. Ma di cosa si tratta esattamente? Stiamo parlando di regioni di DNA che si trovano alle estremità dei cromosomi. Il loro studio ha portato a scoperte davvero incredibili. La loro lunghezza, ad esempio, può definire l’aspettativa di vita di una persona e indicarne lo stato di salute.
Allo stesso modo, altri studi hanno mostrato un’associazione tra l’esposizione alimentare agli inquinanti e alcune malattie come l’aterosclerosi coronarica, l’insufficienza cardiaca, l’obesità, il diabete di tipo 2 e la mortalità per malattie cardiovascolari. Diversi studi hanno dimostrato, inoltre, che se si tende ad assumere molti inquinanti attraverso il cibo si corre un rischio maggiore di sviluppare ipertensione.