L’autopsia effettuata sul corpo di Giulia Tramontano, una donna incinta di 29 anni brutalmente uccisa, ha rivelato che ella non è morta immediatamente, ma ha subito 37 coltellate prima di morire dissanguata. L’esame è stato condotto da medici legali che hanno analizzato il cadavere ritrovato quattro giorni dopo l’omicidio vicino a dei box a Senago, una località alle porte di Milano.
La tragica scoperta ha anche confermato la morte del bambino non ancora nato che Tramontano portava in grembo, chiamato Thiago. Questo aspetto potrebbe rappresentare un’aggravante di crudeltà nel processo legale, una circostanza inizialmente proposta dalla Procura, ma successivamente rigettata dal gip Laura Minerva.
Impagnatiello e le ricerche sul web
In una svolta inquietante dell’indagine, è stato scoperto che Alessandro Impagnatiello, il compagno di Tramontano attualmente detenuto nel carcere di San Vittore, aveva condotto ricerche online riguardanti l’avvelenamento. «Quanto veleno per topi è necessario per uccidere una persona», è il testo di una ricerca effettuata da Impagnatiello nel gennaio precedente all’omicidio. Queste ricerche fanno parte di un rapporto dei carabinieri e sottolineano ulteriormente la premeditazione dell’atto.
Inoltre, la consulenza autoptica ha rivelato la presenza di un veleno per topi chiamato “bromadiolone” sia nel feto che nel sangue di Tramontano. Interessante notare che già a dicembre, secondo il dossier delle indagini, Impagnatiello stava cercando online informazioni sul motivo per cui il veleno non avesse effetto e quanto tempo fosse necessario per agire. Ha in seguito scoperto che il veleno perdeva potenza se somministrato con bevande calde.
Giulia Tramontano aveva manifestato sintomi preoccupanti, che ora si ricollegano all’avvelenamento. In alcune chat con un’amica datate dicembre, la giovane aveva scritto: «mi sento una pezza, ho troppo bruciore di stomaco (…) lo stomaco mi uccide (…) mi sento drogata».
Questi sconvolgenti dettagli provenienti dalla consulenza autoptica e dalle indagini aggiungono ulteriori livelli di orrore a un caso già di per sé terribile. La donna è stata non solo brutalmente uccisa, ma anche avvelenata nel corso di mesi. Oltre alla morte tragica di Giulia Tramontano, l’omicidio ha portato alla perdita di una vita innocente, il bambino che portava in grembo. Il tutto suggerisce una premeditazione e una crudeltà che lasciano senza parole e sollevano domande inquietanti riguardo alle dinamiche e ai meccanismi che possono portare a tali efferatezze.