L’Agenzia delle entrate, sotto la guida del suo presidente Ernesto Ruffini, ha annunciato misure più severe per monitorare i conti correnti al fine di identificare e prevenire l’evasione fiscale. Ruffini ha dichiarato che l’Agenzia sta elevando i suoi standard e le sue aspettative, e non solo nel contesto della lotta all’evasione fiscale. Oltre ad aumentare i servizi telematici e a velocizzare i processi di rimborso, si prevede anche una focalizzazione sul contenzioso.
L’Agenzia punta a recuperare 2,8 miliardi di euro dall’evasione fiscale entro il 2025, un incremento significativo rispetto ai trienni precedenti. Questo cambiamento segue un piano ambizioso di assunzione che ha visto l’ingresso di 11.000 nuovi funzionari, in quanto l’organico era sotto del 40% alla fine del 2022.
Parte della strategia dell’Agenzia coinvolge un controllo incrociato dei conti correnti combinato con l’adozione di nuove tecnologie. Le prime azioni si concentreranno sul 2017 e mirano a identificare coloro che hanno avuto grandi movimentazioni sui loro conti, ma non hanno presentato una dichiarazione dei redditi.
Il nuovo obiettivo
Nel 2022, l’Agenzia ha stabilito un nuovo record, recuperando 20,2 miliardi di euro, considerando che l’evasione fiscale si stima attorno ai cento miliardi all’anno. Adesso, si prevede di superare questa cifra di 1,3 miliardi, con il governo Meloni che punta a un aumento del 15%. L’obiettivo finale è di incassare 57 miliardi nei prossimi due anni. Per raggiungere questo obiettivo, verranno utilizzati strumenti avanzati come il big data, l’automazione e l’intelligenza artificiale. Questi strumenti aiuteranno a perfezionare i controlli e a individuare i contribuenti con maggior rischio di evasione. Inoltre, saranno utilizzati per analizzare il “tax gap” sulle diverse imposte. Ruffini ha anche menzionato che la raccolta e l’uso dei dati personali avverranno nel rispetto delle normative sulla privacy.
La mano tesa ai contribuenti
Se da un lato l’Agenzia si sta dimostrando rigida nella sua lotta contro l’evasione, dall’altro offre anche un’opportunità ai contribuenti di regolarizzare la loro posizione. Ciò rappresenta un tentativo di passare da una percezione dello “Stato vessatorio” a una più collaborativa. Un esempio di questa nuova prospettiva è rappresentato dalle lettere “compliance”, avvisi inviati ai cittadini per informarli di eventuali errori nelle loro dichiarazioni e invitarli a correggerli. Secondo Il Messaggero, l’Agenzia prevede di inviare tre milioni di queste lettere all’anno per i prossimi due anni, con l’obiettivo di recuperare sei miliardi di euro. Questa iniziativa, sostenuta dal vice ministro dell’Economia, Maurizio Leo, riflette la volontà del governo di centro destra di instaurare un rapporto più positivo e costruttivo tra l’Agenzia e i contribuenti.