lunedì - 25 Novembre - 2024

Filippo Turetta, è successo nella notte. La tremenda notizia dal carcere: lui si é…

Il carcere di Halle, situato al numero 20 di Am Kirchtor, si presenta come un imponente edificio in mattoni rossi, che si confonde facilmente con le villette dell’elegante quartiere residenziale circostante. Tuttavia, a differenziarlo sono le inferriate presenti anche ai piani superiori.

In questo luogo, Filippo Turetta ha trascorso i suoi primi giorni di detenzione in custodia cautelare, in seguito all’accusa di omicidio volontario. L’avvocato tedesco Dimiter Krasse, dopo aver incontrato Turetta durante l’udienza di convalida dell’arresto preventivo, comunica al difensore italiano Emanuele Compagno lo stato di profonda sofferenza e turbamento in cui si trova Turetta, sottolineando la sua condizione di grande preoccupazione.

L’Omaggio: Un Momento di Commemorazione e Riflessione

A mezzogiorno, tre studentesse Erasmus, originarie del Veneto, Milano e Roma, raggiungono il carcere, noto in tedesco come Justizvollzugsanstalt. Dopo aver atteso la fine delle riprese di un servizio di Rai 1, le ragazze trasformano un palo di cemento in un altare laico, posizionando con cura un mazzetto di crisantemi bianchi in memoria di Giulia Cecchettin. Questo gesto simbolico rappresenta un tributo alla vittima e un atto di solidarietà.

Il Senso: Un Appello per il Cambiamento e la Memoria

La studentessa veneta, portavoce del gruppo, esprime l’impatto emotivo provocato dalla notizia della morte di Giulia e l’ulteriore shock nel sapere della vicinanza di Filippo. Sottolinea l’importanza di una lotta collettiva contro il patriarcato, auspicando che Giulia sia l’ultima vittima di questa battaglia. Al centro dell’omaggio, un biglietto avvolto in cellophane mostra i versi della poesia di Cristina Torres Cáceres, attivista peruviana, i cui scritti hanno trovato largo impiego nei manifesti del movimento femminista Ni una menos.

Questi versi, pur essendo stati scritti sei anni fa, hanno guadagnato notorietà virale sui social media dopo essere stati ripubblicati da Elena Cecchettin in ricordo della sorella. In serata, il mazzolino di crisantemi viene spostato a un ingresso secondario del carcere, simboleggiando forse un mutamento nella percezione e nella memoria collettiva della tragedia.

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