Sono trascorsi più di tre anni
dalla comparsa del Coronavirus nella nostra vita. Questo pericoloso virus ha fatto la sua prima apparizione a seguito di alcune segnalazioni di una polmonite sconosciuta presso gli esperti a Wuhan, in Cina.
All’inizio, questa notizia non sembrava grave, ma rapidamente ha guadagnato una notorietà globale. In pochissimo tempo, i casi di contagio sono cresciuti esponenzialmente, causando il collasso degli ospedali e, nel peggiore dei casi, morte.
Questo virus ha avuto un impatto profondo a livello globale e, dobbiamo ammetterlo, l’idea della sua presenza continua a essere motivo di preoccupazione. Dopo diversi periodi di fluttuazione, in cui sembrava che stessimo guadagnando terreno contro il virus, eccoci nuovamente a parlare di Coronavirus, proprio con l’arrivo della stagione autunnale. Durante questo periodo, le infezioni respiratorie tornano prepotentemente in primo piano, e il Covid-19 non fa eccezione.
Nel settembre del 2023, sia nel nostro Paese che a livello mondiale, si osserva un incremento nei casi di Covid e nelle relative morti. Di recente, una nuova variante del Sars-CoV-2 ha attirato l’attenzione: la variante Eris o EG.5.
Questa variante sembra più aggressiva e potrebbe portare ad un drastico aumento dei casi nel periodo autunnale 2023-2024. Per tale ragione, gli specialisti stanno monitorando attentamente la situazione, cercando di prevedere l’evoluzione di questa variante nei mesi futuri.
Ma quali sono i pericoli concreti per noi? Il noto virologo Fabrizio Pregliasco ha concesso un’intervista a Fanpage.it per chiarire la situazione attuale, i potenziali rischi e le strategie preventive.
Il Professor Pregliasco, che lavora presso il Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università Statale di Milano e serve come Direttore Sanitario dell’IRCCS Ospedale Galeazzi- Sant’Ambrogio, ha messo in evidenza che la comparsa di questa variante era in qualche modo prevista. Secondo lui, il Coronavirus rimarrà tra noi ancora per un po’ dato che ha una capacità di mutazione superiore rispetto ad altri virus, una situazione che ricorda il comportamento del virus dell’influenza. Tuttavia, il SARS-CoV-2 muta con maggiore frequenza.
Fortunatamente, le recenti varianti si sono rivelate più contagiose ma meno letali. Ma la variante Eris sta suscitando crescenti preoccupazioni. Come possiamo identificarla?
Il dottor Pregliasco ha sottolineato: “È impossibile riconoscerla, presto si sovrapporrà all’influenza e agli altri 262 virus respiratori che causano sintomi simili da un punto di vista clinico. È impossibile distinguerli, l’unico modo è fare il tampone”.
Con la variante Eris in circolazione, è essenziale proteggere i soggetti più vulnerabili. “Aumenteranno i casi, anche quelli gravi e i decessi dei soggetti fragili. La maggior parte della popolazione ha un’immunità ibrida, data dal vaccino e dai contagi: una sorta di carriera immunitaria che ci difenderà. Ma teniamo conto anche che le due varianti che stanno circolando, Eris e Pirola, sono immunoevasive: superano l’immunità ibrida conquistata dai pazienti. Quindi rischiano gli anziani e i fragili in generale”.
Viene fortemente raccomandato il vaccino di richiamo, soprattutto per gli anziani e le persone fragili. Pregliasco ha anche enfatizzato l’importanza della vaccinazione antinfluenzale. Oltre alla vaccinazione, è essenziale eseguire il tampone per chi presenta sintomi. Sebbene non ci sia un’allerta sanitaria, la prudenza rimane fondamentale. Il Covid-19 è ancora tra noi e potrebbe causare ulteriori problemi nella prossima stagione invernale.