Per comprendere a fondo l’ansia e imparare a gestirla, è utile conoscerne le radici. Secondo Albert Ellis, psicologo e fondatore della psicoterapia razionale emotiva-comportamentale, ogni emozione può essere suddivisa in componenti analizzabili. Questo approccio è noto come registro A-B-C, una sorta di “alfabeto” delle emozioni che aiuta a smascherare le convinzioni disfunzionali alla base dei nostri stati d’animo.
L’alfabeto dell’ansia
La lettera A rappresenta la situazione attivante, ossia l’evento che ci disturba. Può trattarsi di un fatto reale o anche solo di un pensiero, una notizia, una memoria dolorosa. È l’innesco, ciò che scatena il malessere.
La lettera B sta per le convinzioni, ovvero il nostro modo di interpretare ciò che è successo. Qui risiedono le frasi che ci ripetiamo mentalmente, spesso inconsciamente: “Non ce la farò mai”, “Se succede a me sarà la fine”, “Devo controllare tutto”. Sono proprio queste frasi a determinare la reazione emotiva.
Infine, la lettera C indica le conseguenze emotive e comportamentali. L’ansia, la paura, il bisogno di evitare o di controllare compulsivamente fanno parte di questa reazione finale.
Comprendere questo meccanismo permette di agire sulla componente cognitiva, cioè sulle credenze errate che amplificano l’ansia. Quando impariamo a modificare i pensieri disfunzionali, possiamo anche cambiare il modo in cui viviamo le situazioni, rendendole meno opprimenti.
Questo metodo, se applicato con costanza e magari con il supporto di un terapeuta, può aiutarci a ridurre gli attacchi d’ansia, migliorare la qualità della vita e recuperare un po’ di serenità. La consapevolezza è il primo passo per riprendere il controllo. E, anche se non possiamo evitare l’ansia del tutto, possiamo imparare a conviverci senza lasciarci sopraffare.