venerdì - 22 Novembre - 2024

Due fratelli uccisi a colpi di pistola: erano incensurati. Shock nel casertano

Un evento improvviso, legato a questioni di mobilità, o un delitto premeditato per motivi economici legati a una vendita giudiziaria.

I Carabinieri di Marcianise e del Comando provinciale di Caserta, sotto la guida del colonello Manuel Scarso, stanno indagando sui possibili moventi del duplice omicidio avvenuto nel pomeriggio in strada, ad Orta di Atella. Le vittime, i fratelli Marco e Claudio Marrandino, di 40 e 29 anni, rispettivamente, entrambi senza precedenti penali e ben noti a Cesa, loro città natale. Marco Marrandino, un avvocato, aveva anche ricoperto il ruolo di presidente del Consiglio comunale, eletto con una lista civica, mentre il fratello era un imprenditore edile.

Le indagini attuali non hanno ancora chiarito le ragioni che hanno spinto il sospetto assassino, un operaio di 53 anni, anch’egli incensurato e di Cesa, a sparare con una pistola, colpendo fatalmente le vittime, apparentemente anche alla testa. Tuttavia, al momento, l’ipotesi di dissidi economici sembra essere la più accreditata.

Gli investigatori stanno interrogando varie persone per ricostruire la dinamica del duplice omicidio — i fratelli erano in una Bmw bianca e l’operaio nella sua auto quando, secondo testimoni, è nato un litigio seguito dall’uccisione di Claudio all’interno dell’auto e di Marco mentre cercava di fuggire — e per investigare su eventuali relazioni pregresse tra gli individui coinvolti.

Il delitto si è consumato tra Orta di Atella e Succivo, in località Astragata, vicino all’uscita dell’asse mediano. I corpi sono stati scoperti da un equipaggio dei carabinieri in pattuglia, che ha sentito gli spari. Hanno inseguito e fermato poco dopo l’assassino in fuga. Inizialmente, le circostanze hanno suggerito un possibile agguato di camorra, ma né le vittime né l’assassino sembrano avere legami con la criminalità organizzata.

Nonostante ciò, gli investigatori non escludono altre piste, considerando anche che l’omicidio è avvenuto poco dopo l’arresto di Emanuele Libero Schiavone, figlio del capoclan pentito Francesco, e a seguito di vari atti violenti nel Casertano, inclusi raid e sparatorie contro la residenza della famiglia Schiavone a Casal di Principe, proprio in vista delle elezioni.

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