Le statistiche aggiornate per il 2024 rivelano un dato allarmante: in Italia, si sono registrati 395.000 nuovi casi di tumore, con una suddivisione tra 208.000 uomini e 187.000 donne. Questo aumento nel numero di diagnosi, che si è verificato con maggiore intensità dopo la pandemia, rappresenta un problema crescente. Non solo perché indica una crescita dei casi oncologici, ma anche perché sottolinea l’importanza degli screening preventivi, troppo spesso ignorati durante l’emergenza sanitaria.
Tra i tumori più diagnosticati, il carcinoma mammario occupa il primo posto con 55.900 casi. A seguire troviamo il tumore del colon-retto con 50.500 diagnosi, il tumore ai polmoni con 44.000 casi, il tumore alla prostata con 41.100 casi e infine il tumore alla vescica, con 29.700 diagnosi. Questi dati evidenziano la varietà di tumori che stanno colpendo la popolazione, con una prevalenza maggiore di alcune tipologie rispetto ad altre.
Le previsioni per il futuro non sono incoraggianti. Si stima, infatti, che nei prossimi 20 anni il numero annuo di nuove diagnosi di cancro in Italia continuerà ad aumentare, con un tasso dell’1,3% per gli uomini e dello 0,6% per le donne. Tra i fattori di rischio principali figurano il fumo, il sovrappeso, l’obesità, il diabete e l’esposizione ai raggi solari. Questi elementi contribuiscono in modo significativo allo sviluppo di molte forme tumorali e la loro incidenza sembra destinata a crescere nel tempo.
Un aspetto che desta particolare preoccupazione è la riduzione della partecipazione agli screening oncologici. Gli esami preventivi, come la mammografia per il tumore al seno e lo screening colorettale per il cancro al colon, hanno subito un calo significativo di adesioni, nonostante la loro importanza per la diagnosi precoce. Un’interruzione degli screening può comportare un aumento delle diagnosi tardive, che riducono notevolmente le possibilità di cura e migliorano la prognosi solo se individuate in tempo.
Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha recentemente sottolineato l’importanza di promuovere una cultura della prevenzione e della diagnosi precoce. L’obiettivo è quello di educare le nuove generazioni a mantenere uno stile di vita sano e di migliorare la partecipazione agli screening, riducendo al contempo le disparità territoriali che esistono in Italia in termini di accesso alle cure. Estendere questi programmi di prevenzione a nuove tipologie di tumori, attualmente non coperte da screening, potrebbe avere un impatto positivo sulla salute pubblica.
La diagnosi precoce, infatti, non solo permette di aumentare i tassi di sopravvivenza, ma garantisce anche una qualità della vita migliore per chi affronta la malattia. Grazie al contributo di associazioni e campagne di sensibilizzazione, si spera che questo messaggio raggiunga sempre più persone, incentivando il ricorso agli screening e ai controlli periodici, fondamentali per combattere il cancro con successo.