domenica - 24 Novembre - 2024

Demenza, il nuovo studio: un test ne annuncia l’arrivo 9 anni prima

Recentemente, secondo quanto riportato dalla stampa internazionale, ci sono buone notizie riguardo alla diagnosi della demenza. È stato compiuto un significativo passo avanti nella diagnosi precoce di questa malattia, anche se ulteriori studi sono necessari per valutare pienamente i benefici di questa scoperta. I ricercatori sono fiduciosi di aver trovato un modo per prevenire la demenza circa nove anni prima che si manifesti, grazie a una diagnosi innovativa basata su un esame semplice e accessibile a tutti.

Un studio condotto dalla Queen Mary University di Londra ha sviluppato un test predittivo tramite risonanza magnetica. Questo test, se confermato da ulteriori verifiche, potrebbe prevedere l’insorgenza della malattia con una precisione dell’80%. Il test sarebbe in grado di identificare precocemente cambiamenti nella “rete in modalità predefinita” o Default Mode Network (DMN) del cervello. Queste variazioni si verificano nei soggetti predisposti a sviluppare la demenza negli anni successivi.

La DMN è la prima area ad essere intaccata dalla forma più comune di demenza, il morbo di Alzheimer, una patologia che colpisce attualmente circa 55 milioni di persone nel mondo. I ricercatori affermano che lo studio è stato condotto su 1.100 volontari e i risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Mental Health. Prima di poterlo applicare su vasta scala, il test dovrà essere sottoposto a tutte le verifiche del caso.

Il test in questione è estremamente rapido: bastano meno di dieci minuti per effettuare questo esame, che non è invasivo e consentirebbe una diagnosi molto precisa nella maggior parte dei casi. Se questi risultati preliminari verranno confermati, potrebbe rappresentare una svolta significativa nella prevenzione e nel trattamento della demenza senile, migliorando la qualità della vita di milioni di persone. Questa nuova metodologia diagnostica potrebbe permettere interventi terapeutici tempestivi, rallentando il progresso della malattia e offrendo nuove speranze a pazienti e famiglie.

La possibilità di identificare precocemente i cambiamenti nel cervello associati alla demenza offre una finestra di opportunità senza precedenti per la gestione e il trattamento della malattia. La ricerca continua e i successivi sviluppi in questo campo saranno cruciali per confermare l’efficacia di questo metodo e integrarlo nella pratica clinica quotidiana, segnando un importante passo avanti nella lotta contro una delle malattie più devastanti del nostro tempo.

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