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Covid, la pandemia non è ancora finita: scenari allucinanti per i prossimi anni

Esattamente tre anni fa

, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dichiarava lo stato di emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale (PHEIC) per il Covid-19. Questo evento segnava l’inizio di una lunga e difficile battaglia contro la pandemia. Nonostante i progressi fatti, la lotta contro il Covid-19 è ancora in corso. Il mondo si trova in una posizione migliore grazie alle misure adottate, ma è prematuro dichiarare una vittoria definitiva.

La decisione di mantenere l’allerta alta è stata presa dal Direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, basandosi sulle conclusioni della 14° riunione del Comitato di Emergenza del Regolamento Sanitario Internazionale riguardo alla pandemia di Coronavirus 2019, tenutasi di recente.

Il Comitato di Emergenza ha messo in luce che, nonostante la distanza dal picco di Omicron, il Covid-19 è ancora una minaccia significativa. L’attuale fase di transizione della pandemia deve essere affrontata con grande attenzione per evitare conseguenze negative. Il virus ha mostrato una tendenza a mutare, e le varianti conosciute potrebbero evolvere in forme più complesse e imprevedibili. Un fattore preoccupante è la diminuzione a livello globale della sorveglianza e del sequenziamento genetico, che ostacola l’identificazione e il tracciamento delle varianti.

In tutto il mondo, i sistemi sanitari continuano a lottare contro il virus, gestendo non solo i pazienti affetti da Covid-19 ma anche quelli con influenza e virus respiratorio sinciziale (RSV). Questo avviene in un contesto di carenza di personale sanitario e di operatori sempre più affaticati. Sussistono gravi preoccupazioni per i paesi che non possono fornire strumenti adeguati di prevenzione e protezione, soprattutto per le popolazioni vulnerabili, inclusi gli anziani.

Il rischio globale del Covid-19 è ancora considerato elevato. Le varianti di SARS-CoV-2 in circolazione destano preoccupazione. Inoltre, l’inaspettato ritorno stagionale anticipato dell’influenza e dell’RSV in alcune regioni sta mettendo ulteriormente sotto pressione i sistemi sanitari già sovraccarichi.

Cosa dobbiamo fare

L’OMS, in attesa di ulteriori sviluppi, ha formulato sette nuove raccomandazioni temporanee. La prima raccomandazione è di mantenere lo slancio nella campagna di vaccinazione per raggiungere il 100% di copertura dei gruppi ad alta priorità. È fondamentale migliorare la segnalazione dei dati di sorveglianza SARS-CoV-2 all’OMS e comprendere meglio l’onere del COVID-19 in tutte le regioni.

Gli Stati sono invitati ad adottare un approccio integrato alla sorveglianza delle malattie infettive respiratorie. Questo dovrebbe sfruttare il sistema globale di sorveglianza e risposta all’influenza, con informazioni provenienti da popolazioni sentinella rappresentative.

È essenziale proseguire nella ricerca per lo sviluppo di vaccini migliorati che riducano la trasmissione del virus e abbiano una più ampia applicabilità. Inoltre, è importante concentrarsi sulla ricerca per chiarire l’intero spettro del post-Covid-19 e sviluppare percorsi di assistenza integrata adeguati.

L’OMS sottolinea che il Covid-19 rimane una pericolosa malattia infettiva capace di causare danni significativi sia alla salute individuale che ai sistemi sanitari. Pertanto, si ritiene necessario mantenere lo status di emergenza sanitaria per continuare a tenere alta l’attenzione globale sul problema.

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