Ciao papà, questo è il mio nuovo numero di telefono. Lo potresti salvare e mandarmi un messaggio sul Whatsapp quando lo hai letto!» Tempo di vacanze, spesso i figli sono da soli o lontani e i genitori ancora al lavoro.
L’arrivo di un messaggio del genere non può che far nascere dubbi: cosa mai sarà successo? In questo caso, i genitori erano ad Asti e il figlio alla Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona, in Portogallo. Mezzo milione di giovani stipati in una città lontana giorni di viaggio. «Magari ha perso il cellulare e ne ha comprato un altro» pensa il padre ad alta voce. «Si, ma con quali soldi?» risponde pragmaticamente la madre.
Nel mentre il cellulare del figlio chiamato al numero vecchio squilla ma nessuno risponde. «Che si fa?» si domandano i due. «Magari è successo qualcosa – dice la mamma – prova a chiamare il numero nuovo». Un attimo prima di riattaccare una voce conosciuta risponde: «Ciao, che succede?». Cori, urla, schiamazzi e grida divertite di giovani fanno da cornice alla voce del figlio. «Hai cambiato il cellulare?». «No, assolutamente!». «Tutto bene?». «Si, ora vi lascio che dobbiamo andare». Risate sullo sfondo a Lisbona e sollievo a Asti. «Hanno fatto bene a non rispondere a quel messaggio – spiegano dalla polizia Postale – potrebbe essere stato un tentativo di phishing: l’estate è il periodo in cui si moltiplicano».
Il «phishing» è una truffa telematica in cui i malviventi cercano di carpire i dati sensibili degli utenti per poi usarli. «La risposta al messaggio avrebbe fornito ai malviventi i dati di cui necessitano – spiegano dalla Postale – magari con tentativi di carpire poi somme di denaro con messaggi creati a arte o provare a “craccare” i nostri dispositivi informatici: non bisogna mai rispondere a questi messaggi e sempre segnalare alle autorità, senza vergognarsi».
Non è un caso isolato. Altri genitori hanno ricevuto messaggi simili, ma sembra che al momento nessuno abbia risposto e la truffa sia morta sul nascere. «Non bisogna vergognarsi, nessuna vittima di truffa è sciocca – chiarisce il questore di Asti, Marina Di Donato – sono persone che hanno a che fare con professionisti che sanno gestire modi e tempi per perpetrare l’inganno». Nel mirino tutti quanti. «Le truffe non colpiscono gli anziani – dice Di Donato – colpiscono le persone». Possono caderci tutti. L’età non conta. «Nessuno si deve sentire colpevole o sminuito – sottolinea il questore – gli unici colpevoli sono i truffatori che giocano cinicamente con i sentimenti delle persone».