Negli ultimi tempi, l’Italia è stata colpita da alluvioni devastanti che hanno messo in evidenza una realtà sempre più ineludibile: il cambiamento climatico è qui e il punto di non ritorno sembra sempre più vicino.
Le regioni dell‘Emilia-Romagna, Brescia e Avellino sono state particolarmente colpite, sottolineando come il cambiamento climatico stia modificando i modelli meteorologici in tutto il mondo.
Francesca Giordano, ricercatrice dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), ha sottolineato che, mentre il cambiamento climatico è indubbiamente un contributo, non è l’unico fattore scatenante.
Tuttavia, amplifica le conseguenze dei dissesti di un territorio molto fragile, come la manutenzione insufficiente dei corsi d’acqua e l’eccessivo consumo di suolo.
Il cambiamento climatico sta accelerando l’incremento del rischio di alluvioni in tutto il mondo, in particolare sulle zone costiere o a basso livello sul mare. L’aumento delle temperature può contribuire alla formazione di uragani che si spostano più lentamente e che scaricano più precipitazioni.
Lo scioglimento dei ghiacciai e altri fattori che contribuiscono all’aumento del livello del mare hanno stabilito in alcune zone un rischio cronico e a lungo termine di alluvioni.
Le recenti alluvioni in Emilia-Romagna sono state classificate come eventi estremi, con la stessa area colpita due volte in due settimane. Questo è stato attribuito alla saturazione del terreno che ha impedito l’assorbimento dell’acqua in eccesso derivata dalle forti alluvioni.
A Brescia, in poche ore, è caduta una quantità di pioggia equivalente a quella attesa per tutto il mese di maggio. Queste precipitazioni intense hanno causato allagamenti e il crollo di un argine del Naviglio. Questo tipo di precipitazione, concentrata in un breve periodo, è definita “alluvione lampo” o flash flood.
La situazione ad Avellino è ancora in corso di valutazione, con il Consiglio dei ministri che si riunisce per discutere l’estensione dello stato di emergenza ad altre regioni oltre all’Emilia-Romagna.
In Italia, secondo un rapporto del 2021 di Ispra, 1,3 milioni di abitanti sono a rischio frane e 6,8 milioni a rischio alluvioni. Questi numeri impressionanti evidenziano l’importanza di affrontare proattivamente il cambiamento climatico e le sue conseguenze.
In conclusione, le alluvioni recenti in Italia sono un doloroso promemoria dell’urgente necessità di affrontare il cambiamento climatico. Se vogliamo prevenire ulteriori catastrofi, è essenziale che comprendiamo e affrontiamo sia i fattori diretti che quelli indiretti che stanno accelerando questi eventi estremi. Il cambiamento climatico, la gestione del territorio, la manutenzione dei corsi d’acqua e l’uso del suolo sono tutte aree che richiedono una maggiore attenzione e azione.
L’aumento delle temperature globali, l’innalzamento del livello del mare e l’aumento delle precipitazioni estreme sono tutte minacce reali che stanno diventando sempre più urgenti. Abbiamo bisogno di politiche pubbliche efficaci, di ricerca scientifica e di un impegno da parte di tutti i settori della società per affrontare queste sfide.
Mentre queste alluvioni sono devastanti, ci offrono anche l’opportunità di riflettere e di agire. Dobbiamo fare tutto il possibile per mitigare gli effetti del cambiamento climatico e adattarci a questa nuova realtà. Questo richiederà innovazione, cooperazione e impegno a tutti i livelli.
La crisi climatica è qui, ma non è troppo tardi per agire. Se lavoriamo insieme, possiamo creare un futuro più sicuro e sostenibile per tutti.