Il Codice della Strada, approvato con Decreto Legislativo n 285 del 30 aprile 1992, è composto da 245 articoli ed è entrato ufficialmente in vigore nel 1993. Questo documento rappresenta un insieme di norme destinate a regolamentare la circolazione su strada, sia essa di pedoni, veicoli o animali. Al Codice si affianca un Regolamento di attuazione, che conta 408 articoli e 19 appendici.
Ogni Paese definisce il contenuto del proprio Codice della Strada basandosi sul proprio ordinamento giuridico interno e sulle norme internazionali. Interessante notare come, prima del 1993, in Italia la circolazione stradale fosse regolamentata dalla legge n. 2248 del 1865. Quest’ultima, stante l’epoca, si focalizzava principalmente sulla regolamentazione dei veicoli a trazione animale, dato che i veicoli a motore non esistevano ancora.
Il Codice, come molte altre normative, subisce continui aggiornamenti. Attualmente, il Governo di Giorgia Meloni sta operando per modificare alcuni aspetti chiave del Codice. Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha recentemente annunciato significativi interventi in tal senso.
Di recente, è stata introdotta una nuova legge che riguarda l’uso delle auto. Questa legge mette in evidenza come certe abitudini comuni possano avere ripercussioni notevoli, in particolare sul fronte economico, con multe che possono risultare molto pesanti. Un esempio di tale situazione riguarda la pratica di prendere in prestito l’auto di un parente. Molti ignoreranno che questa abitudine può portare a multe che possono arrivare fino a 1000 euro.
È essenziale, quindi, essere al corrente di tutte le regole e precauzioni per evitare sanzioni. La legge italiana non tiene conto di chi guida effettivamente l’auto, ma è piuttosto concentrata sulla responsabilità legata al proprietario del veicolo. Infatti, secondo il Codice della Strada, il proprietario dell’auto è sempre il responsabile principale. Tuttavia, se si presta l’auto, entrambe le parti, ovvero proprietario e conducente, sono solidalmente responsabili.
Un dettaglio da non sottovalutare è che, se si presta l’auto per un periodo superiore a 30 giorni a una persona che non sia un convivente, è necessario comunicarlo alla Motorizzazione Civile. Dimenticarsi di farlo può comportare multe che vanno da 728 euro fino a 3.636 euro.
In conclusione, benché sia possibile prestare la propria auto per lunghi periodi, è fondamentale seguire le procedure corrette per evitare conseguenze legali severe e multe elevate. E, se colui a cui si presta l’auto dovesse commettere infrazioni, anche il proprietario dell’auto potrebbe essere ritenuto responsabile.